Manuale semiserio per l’aspirante pellegrino.
Finché ero in cammino verso Santiago e anche oltre (ma in realtà anche prima di partire!) ho tenuto un diario. Un piccolo quadernetto comperato ad Hoi An in Vietnam, confermando la tradizione che da ogni viaggio porto a casa un quadernetto dove scrivere del viaggio successivo. Ho riletto i miei appunti di quei giorni e sono stupendi. Tra le cose migliori che abbia mai scritto. Vi si legge la fatica, la gratitudine, la sorpresa di essere ancora in piedi e l’energia di un viaggio che ha lasciato un segno indelebile fino a sotto la mia pelle. E poi c’è questo: “Il manuale semiserio per l’aspirante pellegrino”.

Il mio “comodino” in un ostello, borraccia, libretto per scrivere e… la mia iniziale!
L’ho scritto in parte a Finisterre, in parte in autobus, in parte in aereo. E ho deciso di lasciarlo esattamente come l’ho scritto sul mio quadernino, perché credo che le parole, il linguaggio, la follia siano parte integrante di questo viaggio e sia giusto lasciarle trasudare da queste parole spesso scoordinate, un po’ incasinate e qualche volta anche un po’ sboccate! Avevo una gran voglia di ridere e credo che si senta. A volte la felicità si manifesta così.
Quindi eccolo qui, come mamma l’ha fatto!
Chiedo scusa in anticipo ai veri pellegrini, quelli che hanno fatto tanta strada e si sono consumati nel farla, ma sono sicura che anche loro comprenderanno lo spirito di questo scritto e magari si faranno pure una risata. Ad ogni modo se vi servono consigli seri rivolgetevi a qualcuno di più serio perché ritengo di non aver mai fatto nulla per dare adito all’idea di essere una persona seria. Seriamente!
Comunque quello che trovate qui è tutto vero, imparato sulla mia pelle!
Cominciamo con un po’ di lessico.
Una delle prime parole che imparerete non sarà Ultreya (per altro mai sentita sul cammino) ma Mocilla.
Subito associato per assonanza e cattiveria al più noto e vicino parente Godzilla.
Chi è costui? E’ il vostro zaino.
Quello che avete scelto con tanta cura, confrontando marche e modelli, scegliendo solo il meglio. E poi lo avete riempito usando il bilancino da cucina per capire quale maglietta pesa di meno, quale calzino si asciuga prima e quale mutanda lasciare a casa. Tanto le lavo.
E ammettetelo che avete guardato un sacco di video su Youtube per capire come arrotolare i vestiti perché occupino meno spazio!

Preparazione dello zaino poco prima della partenza.
Proprio lui.
Il mostro che vi accoglierà nel suo caldo abbraccio per tutta la durata più o meno lunga del vostro peregrinare. Lui.
Sentirete spesso la parola inserita in frasi del tipo: “My fucking mocilla”, “ Quel maledetto del mio mocilla”, “ Perché nessuno mi ruba il mocilla che non ne posso più?” o “Where is your mocilla?” per chi preso dallo sfinimento se lo fa portare dai vari servizi di trasporto.
Il mostro dicevamo.
Quello che ti produce ematomi sulle spalle e ti consuma la pelle sui fianchi. Che dopo un paio di giorni ti trovi a pensare: “a cosa mi serve lo zaino? Posso andare avanti solo con quello che ho addosso, San Francesco di sicuro non aveva lo zaino”.
Invece no. Lo porterai con te e quando il tuo corpo muterà di forma per adattarsi ergonomicamente alla sua di conformazione, allora le cose andranno meglio. Promesso (dita incrociate).

I bastoncini non si possono portare in cabina in aereo, vanno imbarcati con relative spese. Conviene acquistarli sul posto e poi regalarli a qualcuno. Noi li abbiamo lasciati in stazione degli autobus a Santiago, sperando che qualche pellegrino li raccogliesse.
La seconda parola che imparerai questa volta è in inglese: Blister.
Perché mentre il mostro ti mangia da sopra (non voglio neanche parlare di cosa ti fa alle ginocchia…) c’è un altro infido nemico che ti comincia a rosicchiare da sotto.
Sono le vesciche.

Camerata in ostello, impossibile non notare i piedi degli altri ospiti!
Se come me non cominci dall’inizio ma da molto avanti, noterai appena arrivato in ostello le incantevoli piaghe sui piedi dei tuoi vicini di letto. Colorate e con bendaggi più o meno fantasiosi, con brandelli di compeed e fili colorati che penzolano neanche fosse la sagra del paese.
E qui scatta il terrore. Ma niente paura. Se hai scelto scarpe e calzini giusti e ti prenderai cura dei tuoi piedi potrebbe anche non succederti. Potrebbe…
Fondamentale alla mattina è lo stick della Compeed su tutti i punti in cui è necessario ridurre lo sfregamento (quello o la vaselina o qualsiasi cosa riduca l’attrito).
Personalmente lo mettevo ovunque, anche sotto le ascelle, sulle spalle, sui fianchi, praticamente ero unta come il tacchino al giorno del ringraziamento. Ma in questo modo ho evitato le escoriazioni che erano spuntate fin dal primo giorno.
La terza parola che ricorrerà spesso nelle conversazioni è Albergue. Non fatevi fregare dal nome. Non si tratta di alberghi ma di ostelli. Gli Hostal invece sono locande, più simili agli hotel rispetto agli albergue. Lo spirito e il senso dell’umorismo spagnolo sono abbondantemente sopra la media europea!
Ci sono di tanti tipi di Albergue: Municipali, privati, donativi..
Potete stare in stanze private o camerate ma è un’esperienza che fa parte del cammino e va fatta… e poi condividere il bagno con decine di estranei con tutte le fobie che ho io è stata occasione di grande accrescimento personale. Dopo un paio di giorni riuscivo a sedermi comodamente in tutti i luoghi e in tutti i laghi (chi ha orecchie per intendere intenda). Alla faccia dell’amuchina che ho dimenticato a casa!

Vita in camerata!
Un’altra difficoltà della camerata è svegliarsi la mattina, vestirsi, arrotolare il sacco a pelo, mettere tutto nello zaino, uscire. Il tutto al buio e senza svegliare nessuno. Perché ci sarà sempre qualcuno che si alzerà dopo di te e se anche uno solo sta ancora dormendo la luce non si può accendere.
Nel mio caso anche l’accurata preparazione della sera precedente riservava sempre l’inconveniente di aver dimenticato una cosa. Una volta un calzino. Una volta lo stick per lo sfregamento. Una volta il deodorante. E per la legge di Murphy non importa che tu abbia organizzato tutto per bene, quello che ti manca sarà necessariamente sul fondo dello zaino e te ne accorgerai solo dopo aver controllato tutti i sacchetti due volte. A questo devo aggiungere la ridotta mobilità che mi contraddistingue appena sveglia e la necessità di stare sopra nel letto a castello causa claustrofobia = caduta assicurata tutte le mattine dalla scaletta!
Diciamo che il difetto principale degli ostelli dove ho dormito… ero io!
So che ve lo state chiedendo… no, la colazione non è inclusa!!! Nei 6 o 10 € che pagherete per dormire non è inclusa!!!! Lo dico perché è successo che qualcuno lo pensasse!

Il giardino di un donativo. Non c’è nessuno ma puoi prendere caffè, the e frutta, riposarti e lasciare un’offerta.
La quarta parola o meglio coppia di parole che imparerete è “Lavadora y secadora”.
Perché dopo esservi alzati all’alba, camminato tutto il giorno sotto il sole o le intemperie, vissuto ogni tipo di esperienza, ecco che vedete l’ostello in lontananza. Finalmente si appoggia lo zaino e si fa una doccia. Ma quello che poi sta tra te e una caña ghiacciata (birra, non offendetevi se il cameriere vi da della cagna!!) magari seduto in un bel giardino (albergue privati!) è quella coppia di calzini puzzolenti e impolverati che ti guardano con occhio inquisitore. E non c’è niente da fare.
Ogni giorno devi lavarti mutande, calzini e maglietta almeno. E ogni altro giorno i pantaloni. E devi farlo il prima possibile altrimenti non fanno in tempo ad asciugarsi e il giorno dopo dovrai andare in giro con le mutande o il reggiseno appuntate allo zaino con una spilla da balia per permettergli di asciugarsi.
Tienine conto quando sceglierai la biancheria intima da portare con te!
L’alternativa sono appunto la lavadora e la secadora, accoppiata vincente di congegni infernali che per l’equivalente del prezzo di quello che ti sei mangiato in tutta la giornata ti restituiranno i tuoi beni primari puliti e profumati. Per questioni economiche ed ecologiche meglio condividerla. Ti ritroverai ad un livello di intimità con degli sconosciuti pari a quello di una relazione stabile che dura da qualche anno.
Anche in questo caso.. no ai mutandoni della nonna o a quelli con l’elastico slabbrato “che tanto poi li brucio nel falò a Finisterre”!! Per cortesia, manteniamo un po’ di dignità!
Il nostro capo più elegante nello zaino sarà un paio di pantaloni lunghi con una cerniera a metà della coscia.. ma almeno le mutande… sportive ma con stile!!
Arriva la sera, tempo di ingozzarsi di tutto quello che non ti sei mangiato tutto il giorno causa caldo, stanchezza, no tengo dinero.
Dopo il leitmotiv della giornata che sarà stato “banana”, perché ti fa bene per il crampi, lo trovi ovunque e costa poco, finalmente la sera appariranno davanti ai tuoi occhi una, dieci, cento lavagnette con su scritto “Menù del pellegrino”.
Per una cifra compresa tra gli 8 e i 12€ potrete assaggiare porzioni più che abbondanti del meglio della cucina spagnola. Ogni menù prevede due piatti a scelta tra le proposte più il dolce (postre), acqua e vino. Ecco spiegato uno dei misteri più incredibili del cammino di Santiago: come è possibile che consumando più di 1500 calorie al giorno solo camminando si ritorni dal cammino praticamente con lo stesso peso di partenza? Nel mio caso anzi +1kg!!
Da assaggiare assolutamente in tutte le varie forme e tipi di cottura l’immancabile polpo.

50 sfumature di polpo.
Un’altra delle caratteristiche che ti verranno installate durante l’upgrade da camminatore a pellegrino è la capacità di comprendere tutte le lingue.
Un po’ quello che è successo agli apostoli a Pentecoste. Incontrerai persone da ogni paese del mondo, dall’Australia al Cile, da Giappone agli Stati Uniti. Riuscirai a capire e comunicare con tutti.
Io sono partita con il mio survival english, il mio francese scolastico che non toccavo da una quindicina d’anni e il mio dialetto veneto che somiglia allo spagnolo (ma più a quello catalano che a quello gallego!).
Ho capito tutti e ho risposto quando sono riuscita. I primi giorni con lunghi: eeeemmm [silenzio imbarazzato] mmmm….
Poi con un po’ più di scioltezza.
Il plus del cammino è che non serve iniziare e concludere ogni frase necessariamente nella stessa lingua. Puoi utilizzare le parole che conosci nelle varie lingue e costruire creativi collage che gli altri si sforzeranno di interpretare.
La cosa più divertente era brindare la sera tutti insieme, ogni uno nella sua lingua, in una ebbra accozzaglia di parole sconosciute ed allegria!
Queste erano le cose che ho scritto nel mio quadernino e non sono neanche tutte ma bastano a rendere l’idea… se tutto questo ti ha spaventato è giusto perché devi partire preparato, ma non bisogna lasciarsi intimidire. Ogni disagio, ogni situazione imbarazzante, ogni difficoltà renderanno unico e indimenticabile il tuo percorso.
Il cammino ti darà molto più di quello che si prenderà.
Quindi: Buen cammino peregrino!
Per informazioni dettagliate su: come curare le vesciche, come scegliere zaino, scarpe e calzini e tanto altro, sono disponibili molte guide cartacee e on line, video su youtube e molti gruppi Facebook, dove pellegrini nostalgici aiutano aspiranti pellegrini con consigli, dritte e indicazioni di tutti i tipi. Usateli!
Ciao, ho letto diversi articoli sull’argomento ma questo l’ho trovato veramente diverso. Hai fatto bene a non rivederlo, l’ho trovato parecchio smart e anche divertente. Sono anni che sto cercando anch’io di fare il cammino ma tra lavoro ed impegni vari non ci sono mai riuscito; confido nel 2019 🙂
Ciao Riccardo,
vedrai che il 2019 sarà l’anno giusto! E se non è Santiago ci sono tantissimi cammini anche in Italia che vale la pena di fare.
Non siamo ancora attrezzati come nel Cammino di Santiago, ma abbiamo bellezze naturali da vendere, magari intanto puoi provare a fare solo qualche giorno per metterti alla prova su uno dei nostri cammini (Francigena, Cammino di Sant’Antonio… sono i primi che mi vengono in mente!).
Sono contenta che tu abbia apprezzato l’articolo, è uno dei miei preferiti in assoluto!
ciao,
Anna