Viaggio in un arcipelago selvaggio e semidisabitato ad un passo da casa nostra.
L’arcipelago delle isole Kornati è costituito da 152 isolotti, disposti in quattro ordinate file indiane, quasi tutti deserti e disabitati, e si trova nel mare Adriatico centrale più o meno dall’altezza di Zara a quella di Sibenik.
E’ l’arcipelago più denso di isole del Mediterraneo, paradiso per i velisti in quanto offre rade riparate e approdi sicuri dove passare la notte, oltre ad un mare dalle acque assolutamente cristalline e un panorama a dir poco insolito.
Gran parte dell’arcipelago (89 isole) è stato compreso nel parco marino delle isole Kornati nato nel 1982, cercando di tutelarle dal turismo selvaggio, dall’edilizia incontrollata e dalla pesca troppo aggressiva (gli scogli devastati dalla pesca dei “datteri di mare” sono tristemente sotto gli occhi di tutti).
La particolarità di queste isole è che sono quasi completamente brulle e abitate da poche pecore o in alcuni casi solo dai lunghissimi muretti che le percorrono, tutelando la proprietà del nulla da altra proprietà del nulla! Dimenticavo, qualche piccolo e isolato uliveto punteggia alcune delle isole dimostrando che su quella nuda terra in effetti qualcosa può crescere!

In questa baia era ancora più accentuato il contrasto tra l’acqua azzurrissima e l’isola brulla. E l’immancabile muretto.
Alcune delle isole più grandi sono abitate, ma non aspettatevi resort o villaggi vacanze. Le Kornati vanno vissute in barca dormendo nelle rade tranquille o vistandole giornalmente dalla terraferma o dai villaggi sull’isola di Murter, oppure soggiornando nelle poche case dei pescatori che sono utilizzate solo in estate. Non c’è la classica “movida” serale dei posti di mare, niente negozi, niente struscio, niente comodità, solo mare, qualche konoba dove mangiare e i più bei tramonti di sempre.

Nave che effettua escursioni giornaliere alle isole Kornati.
Il mito dice che al termine della creazione dell’universo a Dio fosse avanzata una manciata di pietre e che le abbia gettate in mare creando questo arcipelago di isole e scogli, rimanendo tanto stupito del piacevole risultato da lasciarle così com’erano cadute.
Le isole sono separate da stretti canali non sempre navigabili, che aggiungono quel brivido in più alla tua crociera. Quando ad esempio devi capire se l’albero della tua barca passerà sotto il ponte che porta al canale navigabile costruito dai romani oppure no (tranquilli, i charter hanno un cartello ben in vista che vieta di passare sotto al ponte nel caso l’albero sia troppo alto, evidentemente il provvedimento è stato preso dopo che molte barche si sono incastrate!), o se il canale che stai attraversando ha sufficiente profondità per permetterti di passare incolume. In effetti il vantaggio di avere una barca piccola è che ti permette di evitare di circumnavigare le isole e passare negli stretti canali risparmiando molto tempo. Della mia personalissima esperienza ve ne parlo in questo articolo sulla mia settimana in barca a vela!

Isole Kornati in lontananza.
Nelle isole Kornati non ci sono sorgenti d’acqua dolce, né elettricità, quindi ci si arrangia con l’acqua piovana che viene raccolta e con i generatori di corrente. Ecco perché è necessario risparmiare acqua ed elettricità anche a bordo della propria barca, vista la quasi impossibilità di rifornirsene.
E’ presente un unico negozio di alimentari, ci siamo stati. 40 € per tre pacchi di biscotti, uno di caffè, degli spaghetti e un barattolo di Nutella. La felicità del proprietario che mi ha tirato su dal tender quando siamo arrivati, praticamente abbracciandomi, l’ho capita solo dopo.
Comunque sia ecco servita una vacanza in un luogo selvaggio e semidisabitato a due passi da casa!
Solo mare, sole, stellate infinite e tramonti mozzafiato… può bastare?
Niente turismo di massa, né sfilata di costosissime barche. Chi ha una barca di quel tipo non la porta alle Kornati, dove non la vedrebbe nessuno! In poche parole un sogno. Anche la settimana di ferragosto.
Il parco marino delle Isole Kornati
Il parco marino impone delle regole, eccone alcune:
- Per accedere alle isole è necessario munirsi di biglietto valido per la durata del soggiorno che ci si può procurare sulla terra ferma. In caso si affronti la crociera in barca, si verrà avvicinati da piccole barche dell’ente parco che rilasciano biglietti per la validità minima di 24 ore e prezzo variabile a seconda delle dimensioni della barca;
- trascorrere la notte è permesso solo in determinate località, sia sulle isole che nelle rade per le barche. Non è sempre possibile gettare l’ancora, quindi è necessario trovare posto “alla boa”. Molti ristoranti offrono questo servizio gratuitamente in cambio di avervi per cena, oppure si può pagare direttamente l’ormeggio;
- la navigazione è permessa in tutto il parco tranne in alcune aree protette;
Molte informazioni sono reperibili su croazia.info.
Ma lascio che siano le foto a parlare dei luoghi più suggestivi che abbiamo visitato, credo che valgano più di molte parole!

Tramonto infuocato alle Kornati.

Acque cristalline per un bagnetto dopo pranzo!

Il sole ancora non è tramontato ma già la luna si riflette sull’acqua alle tue spalle.

Panorama lunare, isole Kornati.

Foto con il timer… beccata!

Quel momento in cui… non sai più neanche da che parte girarti! Troppa bellezza in tutte le direzioni!

Altra baia, altro tramonto mozzafiato!
Parco naturale di Telašćica, a sud dell’isola Dugi Otok (isola lunga) appena fuori dal Kornati national Park offre oltre ad una baia riparata dove passare la notte alla boa, anche il lago Mir, un lago salato (in Europa sono pochissii) con acqua alla temperatura di 33° (altro che quella del mare aperto!)

Mir, il lago salato.
E sulla parte esterna dell’isola le scogliere Stene alte fino a 160m, da cui potrete ammirare meravigliosi tramonti.

Le scogliere di Stene.

Tramonto alle scogliere di Stene.

Tramonto alle scogliere di Stene.
Sali è il porto principale di Dugi Otok, raggiungibile da Zara anche con il catamarano giornaliero. Via abbiamo passato la notte in attesa del temporale del mattino successivo, e ci siamo goduti una bella passeggiata che in meno di 5km partendo dal porto verso sinistra costeggia prima tutta la costa, poi sale su un’altura tra gli oliveti, richiudendosi poi ad anello sul porto arrivando dalla parte opposta.

La marina di Sali.

I colori subito dopo il temporale.
I fondali delle Kornati non sono coloratissimi, ma ad un buon osservatore rivelano molte sorprese… tono su tono!

Apnea in cerca di pesciolini!

Tana di un polipo. La si riconosce dalle conchigliette ordinatamente allineate di fronte all’apertura o da quei due occhietti che ti scrutano!

Aplisya, per gli amici “Lepre di mare”. Giuro che in questo colore non l’avevo mai vista! Grande come il mio avambraccio, quando mi sono avvicinata per vedere cos’era si è girata per guardarmi, con sorpresa da entrambe le parti! Una volta abituata la vista ne ho identificate parecchie!

Castagnole a volontà! in fondo si intravede la coda di un pescione non meglio identificato.

Delfini alle isole Kornati.
La città di Zara
La nostra crociera è partita dalla città di Zara, una città che devo ammettere mi è piaciuta molto.
Sarà per la roccia bianca del centro storico che la fa assomigliare molto alle nostre città del Salento, o per le tante curatissime aree archeologiche in pieno centro città, o per le viette pedonali che finiscono in variopinti cortili con vestiti stesi ad asciugare o tavoli pronti per il pranzo.

Vecchi edifici nel centro storico di Zara.

Ristorante in una vietta nascosta di Zara.
Oppure per le due opere che mi ero segnata di andare a visitare e che non mi hanno deluso.
L’organo marino.

Seduta ad ascoltare l’organo marino.
Diventato ormai il simbolo della città, si tratta di un’opera che si trova sulla riva cittadina e che tramite delle canne installate sott’acqua permette di convogliare le onde del mare producendo dei suoni detti “musica del mare” con un effetto ipnotico su chi rimane ad ascoltare. I suoni escono da delle aperture nella pavimentazione, e non è raro trovare persone stese a terra con l’orecchio vicino ad un’apertura in attesa che passi una nave e l’organo intoni la sua melodia.
L’unicità di ogni melodia e il completo collegamento con la natura, con le onde, con la marea e con il passaggio delle barche che perturbano il suono, rende unico ogni momento passato in prossimità di questo luogo.
Per sapere come funziona ecco un link sul progetto dell’organo marino .
Ed ecco anche un video con alcuni dei momenti passati qui.
Lo stesso architetto Nicola Bašić ha fatto costruire in prossimità dell’organo marino anche il “Saluto al sole”, un cerchio di pannelli di vetro con diametro di 22m che grazie a pannelli fotovoltaici raccoglie di giorno l’energia necessaria per far danzare di notte la luce al ritmo dell’organo marino. Anche qui un link al progetto del saluto al sole per saperne di più.

Il saluto al sole di giorno.

Il saluto al sole di notte, migliaia di led danzano al ritmo del mare.
In poche centinaia di metri due buoni motivi per visitare la città di Zara, che da sola varrebbe di per se il viaggio!