Cos’è, quando e dove vederla, come fotografarla, come funzionano le App di predizione per l’aurora boreale
In questo enorme post sull’aurora ho voluto mettere tutto, ma proprio tutto quello che serve sapere: dove vederla, quando, come, i trucchi per individuarla, le App utili e come funzionano… insomma un lavoro immane, ma che avrei voluto avere in mano io prima di partire!
Vi racconterò scientificamente come avviene il fenomeno dell’aurora boreale, perché io avrò tanti difetti ma sono una precisa. E anche piuttosto scientifica.
Non spaventatevi per i paroloni e soprattutto non fissatevi sui numeri e godetevi la magia e la caccia all’aurora boreale.
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La prima cosa che ci tengo a dirvi è che nessuno vi può dare l’assoluta garanzia che vedrete un’aurora boreale.
Nessuna APP, nessun sito, nessun tour organizzato.
Detto questo è chiaro che essere nel posto giusto al momento giusto, di sicuro aiuta!
Un po’ come quella barzelletta in cui l’uomo prega tutta la vita di vincere la lotteria e poi quando muore e chiede a Dio perché non lo ha fatto vincere, Dio gli risponde “Potevi comprarlo almeno un biglietto…”.
Miti e leggende sull’aurora boreale
L’aurora boreale è chiamata anche Northern Lights, un nome che mi piace moltissimo e che trovo molto evocativo.
Ormai l’aurora non ha più segreti, scientificamente siamo riusciti a spiegare quasi tutto. Non a prevederla con certezza, ma almeno a farci un’approssimativa idea di come la dispettosa aurora si manifesterà.
Ma possiamo immaginare come fosse centinaia di anni fa vederla manifestarsi nei cieli bui del nord. Quali idee e superstizioni può aver generato l’apparizione di luci che danzano nel cielo, improvvise e repentine oppure stabili per tutta una notte. Con colori che virano dal verde, al rosa fino al blu.
Le leggende che ne sono nate sono tantissime.
Ad esempio i Sami (popolazione indigena della penisola scandinava, noti anche come lapponi) credevano che produrre suoni forti o fischiare all’aurora boreale avrebbe infastidito gli spiriti che avrebbero potuto scendere a rapire chi aveva attirato l’attenzione dell’aurora.
I vichinghi invece credevano che fosse data dal riflesso della luce sugli scudi delle Valchirie e se le messaggere del dio Odino erano al lavoro, la battaglia era sicuramente imminente.
Oppure che fossero gli spiriti che giocavano a palla con il cranio di un tricheco (fantasioso e macabro direi…).
Alcune popolazioni ritengono invece che un bambino concepito sotto l’aurora boreale sarà segnato per tutta la vita dalla buona sorte. Se non temete le basse temperature accomodatevi!
In finlandese invece viene tradotta come “fuochi della volpe” secondo l’antico mito che fosse una volpe magica ad urtare la neve con la propria coda generando l’aurora boreale.
Cos’è l’aurora boreale e come è composta l’atmosfera terrestre
L’aurora Boreale, o aurora polare, è un fenomeno ottico che si manifesta con bande luminose, di forme e dimensioni variabili anche con estrema rapidità, che attraversano vaste porzioni di cielo.
Esiste anche l’aurora australe nel caso ci si riferisca al medesimo fenomeno ma nell’emisfero australe, in prossimità del polo sud.
Ora indosso il mio mantello da ingegnere e il mio cappello da conversazione e tento di spiegarvi semplicemente come avviene questo fenomeno. In realtà se ne è parlato molto anche sui banchi dell’università, ma se devo essere spietatamente sincera non è che ci avessi capito granchè…
Partiamo dai fondamentali:
la terra è circondata da vari strati di gas che assumono i nomi di troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera, ionosfera ed esosfera.
Prima di perdere completamente la vostra attenzione vi dico che ci concentreremo solo sulla ionosfera, che tante gioie ci dà sia per le telecomunicazioni che per la nostra aurora boreale.
Ma se invece volete farvi un po’ cultura, ecco il momento Quark per appassionati (se proprio non ce la fate ad affrontarlo scorrete in giù direttamente a come si forma l’aurora):
Troposfera: ha uno spessore variabile (8km ai poli, 20km all’equatore), contiene l’80% dei gas e il 99% del vapore acqueo dell’atmosfera. E’ qui che avvengono tutti i fenomeni metereologici e la temperatura è condizionata dalla vicinanza alla superficie terrestre. Raggiunta la temperatura di -55°C è finita la troposfera e inizia la tropopausa (non è una battuta, è scienza!)
Stratosfera: E’ lo strato che sta al di sopra della troposfera, fino all’altezza di 50/60Km. La temperatura in questo strato ricomincia a salire, fino a 0°, grazie alla presenza dello strato di ozono che assorbe circa il 99% delle radiazioni ultraviolette, generando questa inversione termica. Il tanto famoso buco nell’ozono è un assottigliamento di questo strato di gas che non scherma più quasi completamente i raggi ultravioletti che quindi riescono a raggiungere la crosta terrestre, con tutte le disastrose conseguenze di cui abbiamo sentito parlare.
Mesosfera: dai 50 ai 80Km. La temperatura ricomincia a scendere, fino a -90°. Qui l’atmosfera non è più condizionata dalla superficie terrestre, i gas sono molto rarefatti e sembra che qui non accada proprio nulla di interessante, tranne che proprio in questo strato si formano le stelle cadenti, cioè le scie luminose dei piccoli meteoriti che si consumano prima di raggiungere la superfice terrestre. E’ anche il confine con lo spazio interplanetario, perché appena oltre la mesosfera l’aria non oppone più resistenza al moto dei corpi.
Termosfera: dagli 80 ai 600Km. La temperatura ricomincia a salire, fino a 1000° attorno ai 300Km. Ma il fatto curioso è che un astronauta a quella quota è costretto a indossare una tuta riscaldata in quanto la densità del gas atmosferico è talmente bassa che è maggiore il calore perso per irraggiamento dalla tuta di quello assorbito dal gas stesso. Di questo ne parliamo meglio un’altra volta, ok?
Esosfera: è la parte più esterna dell’atmosfera terrestre e sfuma progressivamente verso lo spazio interplanetario e all’interno di essa si può identificare il confine gravitazionale, oltre il quale la forza di attrazione gravitazionale della terra non ha più effetto. In pratica uno starnuto nella esosfera può spingerti per sempre nello spazio più profondo.
Ionosfera: In realtà questo strato inizia nella Mesosfera e termina nella Termosfera (tra i 60Km e i 450Km) e prende il nome dal fatto che i gas che ne fanno parte sono fortemente ionizzati. Pur contenendo solo l’1% della massa di gas dell’atmosfera, è spessa diverse centinaia di Km e assorbe buona parte delle radiazioni ionizzanti provenienti dallo spazio (quelle che sono in grado di modificare il DNA di un essere vivente per capirci, un esempio di radiazioni ionizzanti sono quelle emesse da una reazione nucleare). Qui la temperatura continua a salire, fino a 1700°C al limite esterno della ionosfera.
La ionosfera è divisa in bande, che si fondono e si ionizzano a seconda della quota e del gas che lo compone, creando variazioni che permettono di utilizzare questi strati per le telecomunicazioni.
Ebbene si, il mio mantello da ingegnere sta sventolando.
In che senso? Vi siete mai chiesti perché i radioamatori stanno in ascolto o trasmettono soprattutto di notte? Le frequenze utilizzate dai radioamatori (tra i 7 e i 30MHz, onde corte) vengono bloccate di giorno dallo strato D della ionosfera, che ne impedisce la propagazione assorbendole. Di notte invece lo strato D scompare e lo strato F superiore diventa superiflettente, permettendo la propagazione delle onde corte per percorsi ben più lunghi.
Telecomunicazioni, riflessione sullo strato F della ionosfera.
I due trasmettitore non sono in linea ottica ma grazie alla riflessione sulla ionosfera possono comunicare comunque. Le gioie dell’ingegneria delle telecomunicazioni.
Lo so, non centra niente con l’aurora ma erano anni che volevo spiegarlo a qualcuno e non riuscivo a trovare l’occasione per inserirlo nella conversazione!
Torniamo a noi.
Come si forma l’aurora boreale
Eravamo rimasti in piena Ionosfera, circondati da gas ionizzati.
Ma cosa significa che lo strato dei gas della ionosfera è ionizzato? Questo è fondamentale per capire l’aurora.
Il gas è composto di atomi e tutti più o meno abbiamo un’idea di come è fatto un atomo: un nucleo stabile e degli elettroni che ci girano attorno. In una situazione “normale” l’atomo ha carica neutra. Gli elettroni sono carichi negativamente e i protoni del nucleo positivamente e siccome ci hanno sempre spiegato i nostri pessimi gusti in fatto di uomini dicendo che gli opposti si attraggono (il mio professore di struttura della materia sta per avere un collasso!) gli elettroni rimangono in movimento ad una determinata distanza dal nucleo senza sfuggire, in equilibrio di energie.
Adesso prendiamo il nostro atomo e mettiamolo nell’atmosfera, proprio in questo strato in cui è sottoposto alle radiazioni ionizzanti che arrivano dal sole.
Cosa sono queste radiazioni ionizzanti? Il sole emette continuamente un flusso di particelle cariche, detto vento solare, composto principalmente da protoni ed elettroni.
Immaginiamo che il nostro atomo si trovi investito da questo vento solare e va a finire che qualcuno di questi elettroni liberi urta ad alta velocità l’atomo eccitandolo, cioè dando ad un elettrone energia sufficiente perché si allontani dal nucleo cambiando orbita di rotazione.
L’elettrone tenderà a ritornare nel suo orbitale di appartenenza ma nel farlo dovrà rilasciare l’energia che aveva assorbito dall’urto e lo aveva allontanato dal nucleo e la rilascerà sotto forma di fotone.
Il fotone è un’onda elettromagnetica ed è anche detto quanto di luce. Se la sua frequenza è all’interno dello spettro delle frequenze della luce visibile saremo in grado di vederlo con i nostri occhi.
Questo avviene attorno alla quota di 100 Km dal suolo perché qui c’è il mix perfetto di abbondanza di atomi di ossigeno ma bassa densità di atomi e molecole nell’aria, in modo che gli atomi stessi possano diseccitarsi emettendo fotoni.
In pratica è quello che succede in una insegna al neon: l’elettricità viene utilizzata per eccitare gli atomi del gas neon all’interno del tubo di vetro. Questi si diseccitano emettendo fotoni.
L’aurora boreale è la stessa cosa ma su scala planetaria!
La stessa cosa avviene con i protoni che urtano gli atomi e generano aurore da protoni che non sono visibili ad occhio nudo ma richiedono l’utilizzo di particolari strumenti.

Ovale aurorale, ci fornisce la posizione geografica in cui l’aurora può essere vista con maggior probabilità. Fonte https://www.aurora-service.eu/
Le aurore creano attorno ai poli di entrambe gli emisferi una zona ovale continua, detto ovale aurorale. Questo ovale proiettato sulla terra ci dà la posizione geografica in cui l’aurora può essere osservata con maggiore probabilità.
Perché l’aurora è visibile solo in prossimità dei circoli polari?
Questo dipende dalla forma del campo magnetico terrestre:

Vento solare e interazione con il campo elettromagnetico terrestre. Fonte: https://www.nasa.gov
In pratica il campo elettromagnetico deflette gran parte del vento solare, ma siccome ai poli il campo elettromagnetico è particolarmente debole, qui alcune particelle riescono ad entrare negli strati più bassi dell’atmosfera ed andare in collisione con gli atomi della ionosfera.
Se volete un’idea di come interagisce il vento solare con il campo elettromagnetico terrestre, questo bellissimo video della Nasa in pochi secondi ve lo mostra con chiarezza:
Ditemi che non avete mai visto un film catastrofico in cui a causa dell’abbassamento del campo elettromagnetico terrestre i cieli sono pieni di aurore!
Grazie al telescopio Hubble è stato possibile scoprire che si verificano aurore anche negli altri pianeti, purchè siano dotati di atmosfera e campo magnetico, come Venere, Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Questa è la spiegazione scientifica di quello che succede in cielo, se andrete a vederla con i vostri occhi cominciate con il dimenticare tutto quello che vi ho detto finora e godetevi quella che è pura magia!
Il colore dell’aurora
Il colore dell’aurora dipende dall’altezza a cui avviene il fenomeno e dall’energia del fotone liberato oltre che dal tipo di atomo che viene eccitato. Tenete conto anche che solo parte dei fotoni emessi si trovano nello spettro del visibile, cioè nella gamma di frequenze che siamo in grado di vedere ad occhio nudo.
L’ossigeno emette fotoni sulle lunghezze d’onda del verde/giallo, che sono i colori più comuni, o al massimo verso il rosso (collisioni a quote più elevate).
L’azoto normalmente emette fotoni sui toni del blu o porpora.
La forma dell’aurora
Esiste una classificazione internazionale delle forme dell’aurora. Si può passare da strutture ad arco di debole intensità, che possono rimanere stazionarie fino a diverse ore oppure nastri sottili che attraversano il cielo danzando e scomparendo in pochi minuti. Possono essere bagliori diffusi o raggi isolati che appaiono o scompaiono.
Gli archi dell’aurora tenderanno ad allinearsi ai paralleli geomagnetici, muovendosi più velocemente se l’attività solare è più alta.

Aurora alle Isole Lofoten, in questo momento era un unico arco che veniva in parte coperto dalle nuovole.
Dove vedere l’aurora boreale
Come già spiegato è necessario spingersi più a nord del circolo polare artico, tra i 65 e i 72° di latitudine.
Leggerete che ci sono posti specifici dove andarla a vedere, che dovrete addentrarvi nei boschi su slitte trainate da cani, per giorni di viaggio.
No. In realtà se siete sopra il circolo polare artico e il cielo è libero e abbastanza scuro e l’attività solare è abbastanza forte, è probabile che vediate l’aurora boreale, o che non la vediate affatto, anche se pagate una costosissima escursione. Insomma, se c’è la vedrete. Chiaro che più sarete lontani da grandi fonti luminose, più sarà facile e probabile vederla.
Stupiti?
Vi posso però consigliare dei posti in Europa in cui recarvi per avere buone possibilità e un minimo di strutture a cui appoggiarvi.
Molto quotate sono Kiruna e Abisko, nella lapponia svedese. La particolarità di Abisko è che per la conformazione del territorio ha un’alta probabilità di cielo sereno. Il cielo sereno è una delle principali condizioni per vedere una bella aurora boreale.
Si può vedere l’aurora anche dall’Islanda, dall’Alaska, dal Canada, dalla Groenlandia… non so a voi ma a me si sono già congelati i piedi! E quindi?
Aurora boreale in Norvegia
Aurora boreale alle Lofoten e Vesteralen
La soluzione che ho adottato io, freddolosa e soggetta ai geloni, è stata isole Lofoten e Vesteralen, in Norvegia.
Oltre alla bellezza mozzafiato di queste zone anche in inverno, mi ha convinto il fatto che grazie alla corrente del golfo in queste aree le temperature invernali sono impensabilmente miti. Durante la nostra permanenza non sono quasi mai scese sotto zero, arrivando anche a 4/5°C di giorno.
Stare fuori in attesa dell’aurora diventa molto più tollerabile in queste condizioni.
Aurora boreale a Tromsø
Un’altro dei posti più quotati è Tromsø, in Norvegia. Anche lui gode dell’impatto della corrente del golfo che ne mitiga le temperature. E’ una buona scelta perché è molto a nord ma è facilmente raggiungibile in aereo da Oslo o da altre località ben servite dai voli dall’Italia. Inoltre è molto strutturato per il turismo quindi offre tutta una serie di intrattenimenti come gite in barca per whale watching, gite con slitte trainati da cani o da renne ed escursioni varie per intrattenervi nell’attesa.
Quando andare a vedere l’aurora boreale
L’altra condizione necessaria per vedere l’aurora boreale è che non ci sia luce, quindi i mesi più consigliati per la penisola scandinava vanno da ottobre a marzo, anche se già da settembre sono state avvistate delle aurore (nel 2016 addirittura in agosto). In caso di tempeste solari forti potreste vederle anche fuori stagione.
Tenete conto anche che le precipitazioni sono più alte a dicembre/gennaio e che ore di luce sono molto ridotte in questi mesi. Il buio è un bene per l’aurora, ma se avete intenzione di fare qualsiasi altra cosa è un grosso limite! Vogliamo però parlare dei villaggi addobbati a festa per Natale?
Tenete anche conto dell’attività lunare nel periodo in cui andrete a vedere l’aurora boreale: minore è la luminosità della luna maggiore sarà la visibilità dell’aurora. Vale però che se volete fare splendide foto la luce della luna è necessaria per cogliere anche l’ambientazione!
All’interno della giornata l’aurora sarà visibile nel momento in cui il cielo è più buio, indicativamente tra le 20.00 e le 2.00 del mattino, anche se già dalle 18.00 nei mesi più bui è possibile vederla. Personalmente l’ho vista alle 20.00 e a mezzanotte a causa delle nuvole, ma sono certa che sia durata molto di più.
Sul quando voglio aggiungere inoltre una cosa.
Il sole ha cicli di 11 anni durante il quale la sua attività cresce da livelli minimi a molto alti, fino a tempeste magnetiche. In periodi di attività alta è quindi più frequente vedere aurore boreali.
L’ultimo picco di attività è stato registrato tra il 2014 e il 2015, quindi c’è ancora parecchio tempo per vedere l’aurora prima che l’attività diminuisca sensibilmente. Avevo letto che con attività solare più alta è possibile vedere l’aurora a latitudini più basse (sempre nel range delle latitudini permesse), mentre con attività più debole è possibile vederla solo a latitudini maggiori.
Escursioni per l’aurora boreale
Se avete scelto un hotel vicino ad un centro abitato e non disponete di un’auto per spostarvi, oppure se volete affidarvi a dei professionisti per avere maggiori possibilità di avvistare l’aurora boreale, avete due opzioni:
Aurora chase
Anche detta caccia all’aurora boreale è un’escursione che si effettua con minivan o pullman in cui una guida esperta sceglie le località con maggiori probabilità di avvistamento dell’aurora, utilizzando app, siti e soprattutto l’esperienza. Può avere durata variabile e non potete sapere di quanto vi allontanerete dalla base.
CONTRO: Di solito non viene fornito l’abbigliamento termico e gli spostamenti possono essere molto lunghi. Potrebbe essere più costosa rispetto all’escursione stanziale.
PRO: In caso di tempo incerto può essere una buona soluzione perché si può cercare uno scorcio di sereno (alla velocità delle nuvole sopra il circolo polare durerà comunque pochissimo!). Inoltre vi permetterà di vedere diversi panorami, sempre che ci sia un po’ di luna!
Aurora Visit
In questo caso verrete accompagnati in un campo attrezzato in una posizione favorevole e con poca luce. Sarà disponibile un campo base in cui potete riscaldarvi e bere qualcosa di caldo quindi è un po’ più comoda dell’aurora chase.
CONTRO: ha durata fissa e anche se a causa del meteo o per altri motivi non è stato possibile vedere l’aurora, si rientra comunque.
PRO: quasi tutte le escursioni offrono l’abbigliamento termico quindi si può stare un po’ più caldi. Inoltre è possibile combinare l’arrivo al campo base con un’altra escursione come l’husky safari o la motoslitta.

Lunga attesa per l’aurora boreale, alle isole Lofoten. Sembra molto illuminato, in realtà dipende dalle impostazioni della macchina fotografica.
App per l’aurora boreale
Se invece volete tentare da soli esistono molte app e siti che teoricamente possono aiutarvi a capire se è il momento giusto per uscire a provare. Nel mio caso, pur avendo noleggiato l’auto, ho preferito dormire in rorbuer (capanne dei pescatori) in zone da cui l’aurora è di solito visibile perché circondate da piccoli paesini con limitate emissioni luminose. Quindi mi bastava uscire ogni mezzora per capire com’era la situazione del cielo, in quanto il problema principale non era l’aurora ma le nuvole tra me e l’aurora… perenni!
Ogni tanto qualche sprazzo di sereno mi permetteva di vedere i suoi bagliori e a volte danzava scomparendo talmente velocemente che non riuscivo quasi a rendermene conto. Ma fa parte del gioco. Anzi… è la parte più bella del gioco!
Come funzionano le app per la predizione dell’aurora
Nei vari stores troverete tantissime app per valutare le possibilità di vedere l’aurora boreale, funzionano tutte più o meno nello stesso modo, dandovi due parametri:
kp index: è un numero da 0 a 9 e indica in base alla tua posizione geografica quanto deve essere forte un’aurora per poterla vedere ad occhio nudo. E’ un numero su una scala di attività geomagnetica. In parole spicce più alto è il Kp nel luogo in cui mi trovo, più alta è la possibilità di vedere l’aurora.

Distribuzione dei Kp in Europa. Per vedere l’aurora dall’Italia dovrebbe esserci un’attività geomagnetica con Kp 9. Fonte dell’immagine www.aurora-service.eu
Quindi se l’app mi dice che attualmente nella mia posizione l’aurora ha un Kp 2 ma io nella mappa mi trovo all’altezza di Oslo che richiede almeno un Kp 5 perchè l’aurora sia visibile, vuol dire che in quel momento ho veramente poche possibilità di vedere un’aurora.
Ma se mi trovassi invece in un luogo con Kp 3 potrei avere comunque qualche possibilità.
Se invece mi trovo con un luogo nella fascia Kp 1 allora sono quasi sicuro di poterla vedere (quasi!).
Il Kp viene calcolato a partire dai dati dei satelliti incrociati con i dati dei magnetometri collocati sulla terra. Sulla base dei dati raccolti vengono prodotti dei forecast, cioè delle previsioni sui valori di Kp delle prossime ore.
K index invece è una versione locale del Kp, inviato dalla centrale di rilevazione più vicina. L’indice Kp viene calcolato anche tramite i contributi pesati dei coefficienti K.
Un altro parametro che usano molto le APP è la valutazione dell’ovale aurorale. Molto semplicemente vi geolocalizzano e verificano la probabilità che vi troviate all’interno dell’ovale aurorale.
Un altro parametro importante è la portata del vento solare, ma questo valore viene utilizzato anche nel calcolo del Kp, quindi ve lo risparmio!
Una delle App più utilizzate è Aurora Alert di Eagle’s Orbit. E’ a pagamento (3,29€) ma è una delle più complete.
Su questa App si può impostare anche un’attenuazione da nubi che abbassa il Kp in relazioni alla nuvolosità del cielo. Si può impostare un allarme che suoni quando le condizioni sarebbero ottimali per vedere l’aurora.
Ne troverete tantissime altre, io ho usato anche Aurora Forecast 3D che è molto più semplice e gratuita.
Adesso veniamo ai punti dolenti. Avendo usato più app e siti contemporaneamente mi sono accorta che non danno tutti le stesse risposte. Lo so, sembra incredibile ma la predizione era sempre diversa da una app all’altra.
Tenete conto comunque che nessuna predizione o dato vi darà comunque la certezza che l’aurora ci sarà. Mi sono trovata con un Kp 4 in una zona a Kp 2 e nonostante il cielo sereno l’aurora non si è vista. Da cui ho dedotto che tutte queste app e siti in realtà servivano solo ad ingannare l’attesa facendo qualcosa di pseudo-scientifico!
Fotografare l’aurora boreale
Molto probabilmente vorrete provare a fotografarla, vi illustro quindi a grandi linee quello che vi serve per fare questo tentativo.
La prima dotazione di bordo necessaria è la pazienza.
Vi servirà di sicuro un cavalletto, altrimenti con le impostazioni della macchina fotografica necessaria vi ritroverete tutte le foto mosse!
Io ho scelto questo perché è molto leggero e compatto e riesco a trasportarlo tranquillamente nel bagaglio a mano (ha pure la borsa in cui metterlo!). Se anche per voi è sufficientemente alto è una ottima soluzione a basso prezzo.
Vi servirà inoltre il telecomando per scattare, in modo da ridurre le vibrazioni quando premete il pulsante di scatto. In alternativa potete utilizzare l’autoscatto impostandolo che scatti pochi secondi dopo che avete premuto il pulsante, quindi ovviate al problema del non avere il telecomando!
Un altro accessorio fondamentale è una batteria di ricambio. A basse temperature infatti le batterie si scaricano più velocemente e vi ritroverete senza batteria molto prima di quanto ve lo aspettiate!
Per quanto riguarda la macchina fotografica l’ideale sarebbe una reflex o una mirrorless, ma potete ottenere buoni risultati anche con una bridge o una compatta se è possibile utilizzarle impostando manualmente i parametri di esposizione.
Nel caso in cui abbiate un luogo caldo in cui ripararvi state attenti alla condensa dentro alla macchina fotografica. Gli sbalzi di temperatura tra esterno e interno possono appannare le componenti della macchina. Nel caso migliore solo l’oculare, nel peggiore anche l’obiettivo. Cercate di chiuderla bene nel suo zaino o borsa prima di riportarla nel luogo caldo, isolandola dall’umidità.
In caso nevichi o piova vi conviene utilizzare anche una copertura per la macchina fotografica.
Vi possono essere d’aiuto anche una lampada (non molto forte altrimenti vi disturberà se i vostri occhi saranno abituati all’oscurità) per vedere i pulsanti della fotocamera e dei guanti leggeri per riuscire a manovrarla senza rimanere a mani nude.
Come impostazioni della fotocamera e dell’obbiettivo:
- impostate la focale più bassa possibile
- passate alla messa a fuoco manuale e mettete a fuoco verso l’infinito (oppure cercate un oggetto molto lontano come la luna o una stella e mettete a fuoco questo!)
utilizzate la fotocamera in manuale scegliendo:
- il valore di apertura del diaframma più basso possibile
- tempo di esposizione: a seconda dell’effetto che volete ottenere potrà essere più o meno lungo, più è lungo più l’aurora risulterà sfumata nei contorni nel caso in cui si muova nel cielo. Indicativamente impostatelo a pochi secondi.
- Disattivate tutti gli automatismi sull’ISO e impostatela attorno ai 1600.
In base alle condizioni meteo e di illuminazione i parametri di ISO e tempo di scatto possono variare, le condizioni in cui vi troverete sono uniche, quindi partendo da questi valori provate a modificare questi due parametri fino ad ottenere il risultato desiderato. Ah… fate le prove prima che arrivi l’aurora se possibile!!!

L’aurora si stava formando ed era visibile solo con la macchina fotografica.
CONSIGLIO IMPORTANTE: quando l’aurora è poco visibile la vostra macchina fotografica vi darà un grosso aiuto! Io uscivo dal mio rorbuer, mi portavo in una zona poco illuminata, piazzavo macchina fotografica e cavalletto e facevo 4 foto nelle 4 direzioni. Riguardandole vedevo se da qualche parte si stava formando l’aurora e rivolgevo lì la mia attenzione. La macchina bene impostata rileverà l’aurora ben prima che i vostri occhi si siano abituati all’oscurità e quindi vi darà un grosso aiuto. Io per due volte l’ho individuata così! Poi se si rinforza la vedrete chiaramente ad occhio nudo.
La mia esperienza con l’aurora boreale
Ormai a spizzichi e bocconi vi ho raccontato quello che è successo. Il maltempo che ci ha tenuto in scacco per giorni, le nuvole che proprio non se ne volevano andare. L’aurora che faceva capolino nei piccoli spazi di cielo.
La prima notte sopra il circolo polare l’abbiamo passata ad Andenes, nella punta più alta delle isole Vesteralen. E’ un paese che non offre molto se non la possibilità di fare stupende escursioni di whale watching e di vedere l’aurora boreale direttamente dalla baia. Quando c’è l’aurora ad Andenes è davvero spettacolare.
Purtroppo ci siamo arrivati nel pieno di una emergenza meteo, quindi niente aurora né balene… abbiamo dormito in un rorbuer in porto, in una palafitta sull’acqua che si spingeva nel mare. Un po’ di verde all’orizzonte lo abbiamo intravisto, ma era solo un bagliore tra le nuvole. Dormire con il rumore dell’acqua sotto il pavimento ma restando bene al caldo è stato comunque una bella esperienza.
Nei giorni successivi ci siamo spostati alle Lofoten, in un rorbuer a Svolvaer, in un’isoletta collegata a terra da un ponte. La prima sera è successo quello che vi ho raccontato nel primo articolo appena tornata dalla Norvegia.
Dopo un giorno di tormenta di neve esco senza grandi aspettative, faccio una foto senza impostare la macchina fotografica e mi ci ritrovo a sorpresa l’aurora boreale. Le nuvole si sono richiuse subito, ma per diverse ore i bagliori verdi si sono fatti vedere dove erano meno spesse.
La notte successiva, l’ultima, ormai ero quasi rassegnata. Ogni mezzora si usciva a fare le foto nelle quattro direzioni ma non c’era traccia di aurora. Anche se i Kp erano superiori a 4.
E poi… e poi dal divano del rorbuer mentre ci guardavamo un film, il mio ragazzo ha fatto una foto del cielo. L’abbiamo guardata e si, sembrava proprio ci fosse del verde!!!
Abbiamo indossato le tute e siamo corsi fuori, in tempo per vederla comparire, ovviamente non nel posto della sera precedente ma un quarto di cielo più in là!

L’aurora boreale alle nostre spalle.
Abbiamo cominciato a fare festa, avrei bussato ad ogni porta perché tutti uscissero a vedere.
È durata qualche minuto, si è spostata, ha cambiato forma, posizione. Appariva e scompariva.

Aurora boreale tra le nubi alle isole Lofoten.
Nel frattempo ho pure finito la batteria della macchina fotografica. Fortunatamente ne avevo una di riserva!
Poi le nuvole si sono riprese il cielo e non è apparsa più. Ho continuato ad uscire quella notte, ma niente da fare. Era finita così.
Non sarà stata la più scenografica delle aurore boreali, non come quelle delle foto (un po’ sono modificate, ammettiamolo!) che vediamo normalmente. Ma era la mia. Ed è apparsa quando non ci credevo quasi più.
E’ stato un dono e mi ha reso molto felice.

La mia aurora boreale.
L’aurora boreale non è una garanzia. Puoi fare tutto il possibile e non vederla affatto. Puoi capitarci per caso e trovartela davanti.
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