Un’avventura insolita nell’isola di Java, in Indonesia, a un passo da Yogyakarta
Oggi inauguro una nuova categoria: i posti insoliti! Vorrei inserire i posti particolari che ho visto nel mondo, quelli appena fuori dai convenzionali itinerari turistici, quelli che il driver ti guarda con gli occhi spalancati e ti chiede: ma dove li hai trovati questi? Comincio con Goa Jomblang (Goa significa caverna).
Si tratta di un enorme foro circolare nel terreno circondato da una rigogliosa foresta tropicale all’interno del quale si trova una galleria lunga circa 300m che conduce a Goa Grubug.
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Dove si trovano la Jomblang Cave e Goa Grubug
Il tutto si trova a Semanu, nel complesso di Gunung Kidul nella parte centrale dell’isola di Giava (Indonesia), raggiungibile da Yogyakarta in 90 minuti di auto (sono circa 50 lentissimi chilometri). Tutta l’area è caratterizzata da un sistema di caverne scavate dalla pioggia e dai fiumi sotterranei in migliaia di anni, un po’ come i cenotes del Messico. Chissà perché queste cose mi attraggono così tanto (vedi articolo sui cenotes).
Come si accede alla Jomblang Cave
Ci sono stata nel 2014 quando si erano da poco accorti che poteva essere una grande attrattiva turistica e stavano costruendo un Hotel e migliorando la strada di accesso (al tempo l’ultimo tratto era da 4×4 ruote motrici!).
Si cominciava a parlarne nei documentari e sui siti di viaggio locali cominciava a comparire questo nome che incuriosiva.
E’ solo una delle centinaia di grotte del complesso, ma è la più famosa perché era apparsa in un documentario del National Geographic (informazione che ho avuto dai ragazzi californiani conosciuti in quest’occasione, non trovo riscontro sul sito del National Geographic).
Per accedervi si viene calati in corda doppia attraverso un foro nella terra largo 50m per una profondità di 40m e già questa parte è piuttosto complicata per chi soffre di vertigini!
Guardando la struttura non sembrava proprio all’avanguardia e salita e discesa erano gestite a mano: tre persone trattenevano la corda per farti scendere e dieci tiravano per farti salire! Non disponendo però di abbastanza personale venivano coinvolti tutti: dai driver ai muratori che costruivano l’hotel!!

Base di partenza per la discesa nella Jomblang Cave

Io, vagamente perplessa nel punto di partenza per la discesa nella Jomblang Cave
Questo enorme foro in cui si viene calati si è formato perché parte del soffitto della caverna è collassato sul fondo. Rassicurante.
È possibile calarsi anche direttamente nella Goa Grubug, ma secondo me perde tutta la magia oltre ad essere una discesa molto più impegnativa.
Si viene dotati comunque di caschetto, stivali e imbragatura di buona qualità per la discesa.
E’ davvero una grande emozione calarsi nel vuoto tra gli alberi e non si sa cosa ti aspetta fino a quando tocchi terra, perché l’ingresso della grotta non è visibile se non dal fondo del Goa Jomblang.

Discesa nella Jomblang Cave in corda doppia.
Arrivati in fondo ci si trova immersi una vegetazione lussureggiante e meravigliosa, c’è appena il tempo di aspettare che tutti siano scesi e si entra nella grotta.

La Jomblang cave
La prima sorpresa è che la grotta è quasi completamente di fango. Non sembra ci siano rocce a sostenerla e l’umidità è a livelli altissimi! L’illuminazione è costituita da lampadine attaccate a batterie per auto, che vengono accese mano a mano che si procede.
In pratica non si vede assolutamente nulla appena ci si allontana dall’ingresso e quindi si procede vicini vicini come gli anatroccoli a mamma anatra, addentrandosi nell’oscurità su un camminamento di pietre.

La Jomblang cave

Ingresso nella grotta
Ma la grotta è lunga “solo” 300m, dopo di che si arriva ad una apertura su una grandissima stanza (Goa Grubug)

Ingresso nella Grubug Cave
Qui ci si trova davanti una delle scene più belle che abbia visto in vita mia: da un foro sul soffitto a 90m di altezza entra la luce del sole, appena modulata dalle fronde degli alberi, e si divide in mille raggi. Non mi stupisce che sia chiamata: “la luce del paradiso”.
Appena più sotto scorre un fiume sotterraneo, non è possibile vederlo a causa della poca luce e della difficoltà di raggiungere il bordo del burrone, ma il suono dell’acqua che ribolle ti accompagna per tutto il tempo e ti fa sentire così fragile e impotente rispetto a tutta la bellezza e la maestosità che ti circonda.. pensi che tutta questa bellezza è nata nel fango e ti rendi conto di quanto il suo stesso equilibrio sia fragilissimo e ti preoccupa sapere quanto durerà, quanto ci metteremo a distruggerlo.
Si, sono una che si preoccupa un sacco. Tante volte anche per nulla secondo il mio capo.
Per rendere l’idea di quanto è grande questa stanza si può dire che può contenere tranquillamente una cattedrale.

Raggi di luce nella Grubug Cave.

Ammirando i raggi di luce nella Grubug cave

La nostra guida ninja tra i raggi di luce nella Grubug cave
Poi si torna indietro, tutti ammutoliti e sporchi, come mai mi sono sentita sporca in vita mia! In effetti tra scivolate, appoggi vari, stivali che fanno ventosa nel fango e servono due persone per estrarti, mi accorgo che ho fango praticamente ovunque, dai calzini ai capelli, ma una volta tanto non importa!

Vista dell’uscita della grotta verso Jomblang Cave
La salita è ancora più divertente della discesa perché salgo con una ragazza californiana che soffre di vertigini e non era stata avvisata che ogni tot metri ci si fermava per permettere ai tiratori di riportarsi davanti nella corda e continuare a tirare! Quindi ad ogni stop sono gridolini di paura per lei e io che cerco di spiegarle con il mio inglese da sopravvivenza che va tutto bene, non moriremo oggi e che probabilmente avrà una lunga vita piena di soddisfazioni. Ho un video di questa cosa (perché io, maligna, ho filmato tutto!!!) ma mi vergogno troppo del mio inglese per postarlo!
Il problema principale era che mentre i ragazzi sono stati tirati su uno alla volta, per noi due ragazze avevano pensato di fare un’unica salita, non considerando che ai 40Kg della minuta californiana andavano sommati i miei, che peso come un uomo di media corporatura e ho il superpotere di aumentare il mio peso specifico a piacere.
Io li ringrazio perché sono sicura che lo hanno fatto per non offendermi, ma sono altrettanto sicura che abbiano maledetto i miei antenati in indonesiano quando si sono resi conto che non ce la facevano a tirarci su!! Spero tanto che si siano dotati di verricello in seguito a questa esperienza.. gli serva di lezione!
Una piccola nota alle misure (sono ingegnere, sono una precisa): ho riportato le misure che sono indicate in loco (40m di discesa, 90m di profondità per Goa Grubug, ecc.) ma in realtà si trovano decine di misure diverse on line.. sembra quasi non si siano mai presi la briga di misurare per bene tutto e mettersi d’accordo. Questa è una cosa che mi piace degli indonesiani. Grandi lavoratori (sul serio) e non hanno tempo di perdersi in queste frivolezze.
Informazioni pratiche:
- Per vedere l’effetto della luce è necessario entrare nella grotta di mattina, possibilmente alle 10, in realtà si scende quando riescono ad avere un numero sufficiente di persone per calarti!
- Non si può entrare in più di 25 persone alla volta, per motivi di sicurezza e per non turbare l’ecosistema della grotta, quindi meglio prenotare facendo chiamare il proprio driver o l’hotel in modo da essere sicuri di non affrontare il viaggio per nulla. Ci si può appoggiare anche a una delle tante agenzie di Yogyakarta che si occuperà di tutto, anche se sarà ovviamente più costoso aggiungendo un intermediario. Tenete conto che il biglietto di ingresso comprende già il pranzo. Si tratta di un pranzo tipico, in bocca al lupo. Io non ho apprezzato particolarmente la cucina di Giava, molto meglio quella di Bali e Lombok!
- Si scende solo accompagnati da una guida.
- Portatevi un cambio. Completo. Si, anche le mutande. Se cadrete con il sedere nel fango vi serviranno. Non chiedetevi come lo so.
- E’ possibile comunque fare la doccia nei bagni esterni dell’albergo.
Note e News: Tutte le informazioni riportate si riferiscono ad agosto 2014. Da quello che posso vedere on line la struttura non è cambiata molto: la strada è ancora sterrata e si scende ancora a forza di braccia.
E’ stata migliorata l’illuminazione in modo che sia possibile vedere le stalattiti e le stalagmiti nella grotta. Non ne sospettavo l’esistenza!
Visto che sembra proprio che la strada di accesso non sia stata migliorata è necessario munirsi di pazienza e partire per tempo da Yogyakarta, almeno alle 7.30 di mattina. L’ultimo tratto di strada (poche centinaia di metri) è più veloce se lo fate a piedi!!
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