Una notte insolita in Vietnam e l’importanza dei piccoli momenti di gioia.
Non avrei mai pensato di iniziare da Tam Coc a raccontare il mio viaggio, ma per qualche motivo questo ricordo si è imposto sugli altri e non riesco a liberarmene..
Si tratta di una notte che abbiamo passato in una struttura che fatico a definire hotel, in realtà si tratta di un bellissimo piccolo agglomerato di capanne di bambù attorno ad un giardino, in una valle tra montagne e risaie che ospita solo qualche casa di allevatori di pecore e lavoratori delle risaie.
Una valle di una straordinaria bellezza, con un’unica strada che finisce lì, all’hotel, e prosegue sterrata tra le risaie, in un paesaggio meraviglioso, sempre avvolta tra le nebbie.
L’hotel l’ho scelto e fortemente voluto perché nelle foto che ho visto qualcosa mi ha attirato da subito. Le capanne/stanze sono bellissime, molto grandi e realizzate splendidamente, ed una volta che me le sono trovate davanti le ho trovate addirittura più belle! La cosa singolare è che sono tutte aperte.. il bambù è solo accostato, ci sono fessure e lavorazioni dentro cui ci passa un braccio..
La privacy è garantita da alcune stoffe appese all’interno, che più che da decorazione servono a nasconderti alla vista di chi passa per il giardino.
Anche il bagno è in parte all’aperto.
La stanza comunque è straordinariamente pulita. Mi aspetterei come in Indonesia di trovare qualche insetto, un po’ di polvere, in fondo il tetto è staccato dalle pareti di quasi mezzo metro.. invece la pulizia vietnamita colpisce ancora.. tutto assolutamente immacolato.

Il nostro hotel a Tam Coc

La nostra capanna!
Non c’è la televisione e neppure l’aria condizionata (ovviamente!) qua ci si arieggia naturalmente con la brezza anche a porte chiuse!
Tantissime persone mi hanno scritto per avere il nome di questo Resort, quindi lo inserisco nell’articolo:
Passiamo la parte di pomeriggio che ci è rimasta dopo tutte le escursioni della giornata passeggiando a Tam Coc nella valle che ospita il nostro hotel e sedendo in giardino, guardandoci intorno e nel mio caso provando a riprodurre l’atmosfera in un acquerello.. con pessimi risultati!

Le risaie attorno al nostro hotel a Tam Coc.
Arriva la sera e ovviamente mangiamo nel ristorante dell’hotel visto che chiamare un taxi e dirgli dove ci troviamo è abbastanza improponibile e il nostro driver chissà che fine ha fatto… non potendo lasciare li la macchina sarà andato a dormire da un’altra parte. In più il giorno dopo alle 7 dobbiamo già essere in macchina in direzione porto di Ha Long per partire per la crociera in tarda mattinata, chi ha voglia di muoversi? Restiamo qui e godiamoci la quiete.
Le ultime parole famose.. di li a poco arriva un mega temporale. Finito di cenare ci rifugiamo in camera, sollevando tutto da terra e ponendoci il problema: se hanno incartato le prese elettriche e gli interruttori.. non sarà che magari piove dentro?

La nostra stanza
Comincia a piovere molto forte ma dopo una mezzora smette e tutto torna calmo.
Andiamo a dormire rifugiandoci sotto la zanzariera perché le zanzare, quelle si che sanno la strada per entrare!
Quella notte però altri due temporali sferzeranno la nostra povera capanna. Ora so come si era sentito quello dei tre porcellini nella capanna di paglia… ogni tanto le folate di vento erano talmente forti che si insinuavano all’interno della stanza e facevano volare tutto. I tessuti appesi alle pareti volavano, la zanzariera svolazzava, tutto si muoveva nella stanza.
Avevo messo una sedia davanti alla porta del bagno per tenerla chiusa e ho un livido su una coscia che testimonia cosa succede se sposti la sedia che tiene la porta nel momento in cui il vento si alza!
Una di quelle notti infinite…Un incubo! Ed un freddo! Avevamo solo il lenzuolo e io non mi fidavo a scendere dal letto per paura che gli animaletti fossero venuti a rifugiarsi dentro la stanza (questo l’ho imparato in Indonesia: quando piove ed è notte la natura è iperattiva!).
Visto l’enorme scorpione che ho visto uccidere nel pomeriggio da uno degli inservienti perché una turista francese ci era finita sopra, chi si fida a mettere i piedi per terra? A si, l’unica che si fida è la stessa turista francese che un paio di ore dopo l’omicidio del malcapitato scorpione camminava allegramente a piedi nudi per il giardino.
I francesi non hanno il senso del pericolo. Li invidio assai.
Alle cinque del mattino eravamo tutti svegli, dalle facce nessuno aveva chiuso occhio nelle capanne quella notte. Il giardino era tutto sotto sopra, sedie e tavoli volati ovunque!
Ma è successa una cosa ad un orario imprecisato nella mia capanna. Mentre me ne stavo raggomitolata cercando di scaldarmi nel buio ho visto qualcosa. All’inizio non ho capito di cosa si trattava, credevo di immaginarlo. Una lucina si muoveva sopra la mia testa e alla fine si è appoggiata alla zanzariera sopra il letto.
Una lucciola. Nel bel mezzo del temporale una lucciola è entrata nella mia stanza e vi ha bighellonato per un po’. Da li si è fatta un giro sopra l’armadio, sopra la porta del bagno e poi se ne è uscita dallo spazio tra il tetto e le pareti.
Di tutta quella notte che è stata la più brutta, la più fredda (in un viaggio a temperatura media 35 gradi) e la più insonne, al mattino ricordavo solo quel minuto in cui la lucciola si è fatta un giro nella mia stanza!
Ed è ancora così! Se ripenso a quella notte quello è l’unico momento che ricordo con lucidità. Uno dei momenti peggiori è diventato uno dei ricordi più belli grazie ad un piccolo momento di gioia.
E se dovessi tornare indietro vorrei di nuovo dormire in quel posto straordinario e aspettare la mia lucciola tutta la notte.

La strada che percorre la valle in cui si trovava il nostro hotel.

Il ponticello che porta ad una casa.
E lasciatemi dire che sarò anche una emotiva e una sentimentale ma questo posto è talmente bello che vale qualsiasi disagio!
A questo link trovi l’itinerario completo del mio viaggio in Vietnam.
P.S.: ad allietare la nostra nottata c’era anche il guardiano del giardino che per tutta la notte ha fumato la pipa ad acqua vietnamita đieu cày (con cui si fuma il Thuoc lao un tabacco dall’altissimo contenuto di nicotina che ti stordisce per alcuni secondi).
L’ha fumata su una panca posta contro la parete della nostra capanna.
La parete di bambù della nostra capanna.
Risultato: più fumo in camera che fuori. Ma mi sono sentita in un certo modo al sicuro sapendolo sveglio come me!
Ed ecco dove si trovava la valle:
Visto che ho ricevuto tantissime richieste sul nome di questo resort, ve lo allego qui:
Hanno addirittura aggiunto la piscina!
Ciao! Mi e piaciuto tantissimo il tuo post che ho deciso di fare una tappa a Tam Coc… quindi grazie mille! Ti ricordi per caso il nome dell’albergo di “capanne” che descrivi? grazie ancora, Luca
Ciao Luca,
ho ricevuto tantissime richieste su questo albergo, è proprio piaciuto!
si chiama:
Tam Coc Ricefield Resort
Group 1, Hai Nham Hamlet, Ninh Hai Commune, Ninh Binh, Vietnam
Buon viaggio!