Partire con dei pregiudizi a volte è inevitabile ma Amsterdam ci mette un attimo a farti cambiare idea.
Appena tornata da Amsterdam, un lungo week end per scoprire la città e i suoi dintorni e prendersi il tempo per rendersi conto che esporsi ti rende più libero e che a dare retta ai pregiudizi ci si perde sempre il meglio della vita.
Quale modo migliore di raccontarvi cosa ne penso se non riportare quello che ho scritto nel mio taccuino prima ancora di scendere dall’aereo? Inizia così…
Come al solito finisco a scrivere i miei appunti in aereo, alla fine di tutto ma troppo presto perché le emozioni si siano sedimentate e le idee chiarite. Prometto solennemente che non vi parlerò di biciclette e tulipani (non ancora almeno!).
In attesa che incominciamo a rullare (che detto ad Amsterdam ha un significato tutto suo!) mi trovo a pensare:
ma Amsterdam mi è piaciuta?
Istintivamente dico SI, SICURAMENTE.
Allora cos’é questa sensazione che non mi abbandona, come di un piccolo vuoto che è rimasto da colmare? Come se qualcosa in effetti non avesse funzionato del tutto?
Appena arrivata è stato quasi uno shock perché mi aspettavo come per altre città che le classiche immagini da cartolina fossero solo ritagli, immagini isolate in città globalizzate.
Invece Amsterdam è tutta una cartolina di se stessa.

I palazzi e i canali di Amsterdam. Inconfondibili.
Ogni palazzo è una calamita per il frigo, ogni canale è un’immagine da quadretto a china e ogni finestra è un gioiellino da incorniciare.
Niente di più lontano da quell’immagine tutta sesso, droga e rock & roll che ci siamo sempre fatti di questa città, meta di turismo di solito tutt’altro che culturale.
Mi hanno stupito molto gli abitanti, sia della città di Amsterdam che dei dintorni. Mi hanno stupito perché curano ogni spazio esterno alla loro casa quanto e forse di più dell’interno. Perché le grandi finestre mostrano tutta la loro vita, la loro casa, le loro abitudini. Le riversano in strada alla mercé di tutti quelli che passano e hanno voglia di coglierne i particolari.

L’interno di una casa galleggiante. I tulipani non possono mancare! Ops!
Mi spiego meglio: all’inizio l’ho trovata un po’ sconveniente questa mancanza di privacy (in poche parole di tende!) che abbinata alle grandi finestre tipicamente nordiche, fatte per catturare ogni raggio delle poche ore di luce, ti porta a partecipare alla vita delle famiglie nelle loro case, che tu lo voglia o no!
Da italiani quelle finestre le avremmo coperte con pesanti tende per tenere l’esterno e gli esterni lontani. Perché nessuno guardi dentro la nostra casa, nella nostra intimità e nel nostro essere diversi tra le mura domestiche.
Invece questo loro rimanere in vista l’ho interpretato come un’apertura verso l’esterno, come un desiderio di condivisione. Come un non avere nulla da nascondere e la voglia di essere sempre sia dentro che fuori.

Le finestre di Amsterdam
E quindi non solo le finestre sono enormi e non hanno tende, ma sono pure decorate per attirare l’attenzione di chi passa. Le luci in casa sono studiate in modo da proiettare effetti visibili alle finestre. Tutto è studiato per rendere appetibile allo sguardo ogni spazio.

Le finestre di una casa galleggiante.
Gli stessi giardini (fuori Amsterdam) sono talmente curati da sembrare set fotografici, con i giusti colori e le giuste forme.

Una casa di Marken, isola abitata da pescatori a nord di Amsterdam. E quel gattone alla finestra?
Sta a chi guarda e a chi passa la libertà di osservare senza invadere, nella curiosità che non diventa morbosa.
Ripenso ai miei vicini di casa che ogni volta che per sbaglio accendo la luce fuori corrono a vedere se sta succedendo qualcosa di interessante. Impossibile sfuggire alla vigilanza h24. Non oso immaginare se non avessi le tende. Potrebbero smettere di pagare il canone alla RAI!!
Forse è questo che mi ha messo a disagio, forse è stato il rendermi conto che nel loro essere tutti più esposti sono molto più liberi.
Amsterdam è la città che rovescia tutto. L’opinione che ne abbiamo è condizionata da mille pregiudizi che la vedono come meta di viaggio solo per drogati e puttanieri. In realtà è una città splendida e aperta, che si comporta come i suoi abitanti: lascia aperte le finestre e ti sbatte in faccia tutte le sue bellezze e vergogne.
Le carte sono già tutte in tavola da subito, non ci sono successivi imbarazzi.
Mentre nelle altre città tendi ad evitare i quartieri in cui gira droga e prostituzione, ad Amsterdam anche se non sei interessato saranno tra le cose che andrai a vedere.
L’ora magica. Per i fotografi è la mezzora prima dell’alba e quella dopo il tramonto.
L’ora in cui il cielo è stupendo e la luce ha una temperatura di colore che permette di ottenere le foto migliori.
Ad Amsterdam l’ora magica è ancora più bella perché appena il sole tramonta si accendono le luci nelle case lungo i canali. Ogni finestra si popola di vita, di silhouette in movimento che trasformano ogni facciata in uno di quei carillon musicali antichi, in cui le figure sfilano di fronte alle finestre a passo di danza.

Le case di Amsterdam al crepuscolo.
Uno degli artisti del Light Festival (si… ero lì per quello, ma ve ne parlo un’altra volta!) ha colto questa mia stessa impressione e nel voler rappresentare la città ha costruito una casa alle cui finestre sfilano le silhouette dei personaggi. C’è chi suona la chitarra, chi accarezza il gatto, chi prepara la cena…
Purtroppo la resa non è al massimo perché l’installazione non è visibile e luminosa come le altre ma l’ho notata perché tra tutte catturava proprio quell’aspetto che ho tanto amato. Questo è il link all‘installazione.
Non mi stupisce che qualcuno abbia avuto l’idea di mettere le ragazze in vetrina nel quartiere a luci rosse.
Può non piacere ma di sicuro non mi stupisce.
A quanto pare l’Olanda ha un’economia basata sulle finestre!!
Mi ha stupito invece la mia reazione alle ragazze in vetrina. Io femminista convinta mi dovrei indignare.
Forse mi aspettavo di vederle lontane. Mi ero sempre immaginata quella famosa Roxenne che non avrebbe dovuto accendere quella luce rossa (The Police!). La immaginavo lontana, una macchia ad una finestra, quasi immateriale. E mi rendo conto ascoltandola ora che probabilmente di quella canzone non avevo mia capito nulla!
Invece sono lì, ad un metro da te, umanissime e realissime. Molto belle in molti casi. Te le trovi così vicine che in un vicolo largo un metro con vetrine lato per lato sei praticamente circondato.
È più facile avercela con un’idea che non ti piace piuttosto che con una persona in carne ed ossa che ti guarda da dietro ad un vetro. In realtà mi hanno suscitato solo curiosità.
Per le strade di Amsterdam si incrocia spesso molta gente strafatta e la si riconosce dal passo incerto e dal cibo take away in mano. Ed è facile rendersi conto che non sono loro ad essere un pericolo per gli altri. Anzi… visti i tempi di reazione temerei di più per la loro incolumità in caso di incontro con un malvivente!
Tra l’altro se qualcuno ti urta, ti pesta o ha anche solo l’impressione di esserti venuto addosso, si scusa immediatamente nella sua lingua di appartenenza, convinto che qualsiasi cosa sia successa sia da imputare a lui, visto lo scarso controllo corporeo.
Questo fa di Amsterdam la città in cui incontrerai le persone più gentili del mondo.
Ho scritto questi appunti in aereo tornando da Amsterdam. Ero seduta tra sconosciuti visto che KLM ha scombinato tutti i posti e non c’era nessuno seduto con chi viaggiava con lui.
KLM sei perdonata perché offri comunque un ottimo servizio.
Ero nel posto dell’uscita di emergenza, quello con lo spazio maggiorato che non a caso era stato prenotato da due enormi ragazzoni nordici, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra.
Le ultime parole che ho scritto poco prima di atterrare sono state queste:
Adoro volare verso Nord perché se hai la fortuna di trovare cielo limpido e un posto al finestrino le Alpi ti offriranno uno degli spettacoli più mozzafiato che tu abbia mai visto.
Proprio ora al mio finestrino c’è un tramonto rosa sulle cime innevate che mi toglie il fiato.
Sorrido e i due vichinghi seduti ai miei lati non capiscono perché.
Ecco, adesso è tutto al suo posto.
Ciao, ero entrato nel tuo blog per raccontarti del mio viaggio in pullman e trovo un articolo in cui parli di pregiudizi, proprio dell’argomento di cui volevo parlare. E’ stato un viaggio fantastico, ho anche beccato una bellissima nevicata al confine con l’Austria, nel passo del Brennero, e non ha prezzo vedere tutti quei paesini imbiancati dalla neve nelle valli tra le montagne, mentre tu le sorvolavi io ci passavo in mezzo alle Alpi. Monaco è bellissima e di questi periodi è magica, anche se il poco tempo a disposizione non mi ha permesso di goderla a pieno. Innsbruck invece essendo più piccola e concentrata me la sono proprio goduta, adoro lo stile delle case nordiche, i tetti a punta e le grandi finestre, e soprattuto le case molto colorate e mai banali. Prima di partire avevo un po’ di pregiudizi nei confronti dei popoli di lingua tedesca, invece mi sono dovuto ricredere, ho apprezzato soprattuto il loro sforzarsi di esprimersi in italiano per farsi capire meglio quando gli chiedevi informazioni. Li credevo un popolo chiuso invece ho trovato un popolo cordiale e disponibile non ho sentito per niente la mancanza di conoscenza della lingua tedesca ne tantomeno le difficoltà di un inglese imperfetto che possiedo, bastava esprimersi in italiano. La magia di un viaggio la si vede anche dal fatto che alla partenza nel pullman non conoscevo nessuno, al ritorno sembrava che eravamo amici di lunga data, cose che al lavoro e nella vita di tutti giorni accadono raramente, siamo tutti presi dalla frenesia di una vita che va di corsa che nemmeno ci si guarda in faccia, invece in vacanza bastano pochi giorni per legarsi. A presto !!!
Ciao Alessandro! Felicissima che il tuo viaggio sia andato bene e con la tua descrizione mi hai fatto venire una gran voglia di prendere la macchina e andare verso nord!
A volte pensiamo che serva andare lontano invece il bello e le esperienze possono essere anche lì a poche ore. Il viaggio lo fanno i luoghi ma anche i compagni di viaggio e soprattutto il nostro atteggiamento mentale.
Proposito 2017: affrontare la vita e le persone che incontriamo come fossimo sempre oltre confine!
Ottimo proposito !!! Mi ha colpito molto il Nord Italia visto solo di sfuggita mentre ero in viaggio, a gennaio rimedierò visitando Verona, poi Padova e Cittadella in 4 giorni a causa del poco tempo. Poi Al ponte del 25 aprile nuovo viaggio in pullman verso la Svizzera, passando per lago maggiore e quindi isola madre ecc. Finito un viaggio già sto pensando al prossimo!
Così si fa!!! Ma quanto è bello fare progetti?
Sono proprio contenta di sentirti così pieno di buoni propositi!