Devo ammetterlo.. non avevo mai pensato prima di diventare travel blogger. Per qualche motivo sabato sera sapevo di voler fare questo, l’idea è apparsa nella mia mente come fosse stata sempre li, non come una rivelazione ma come il classico cassetto che apri per caso e dentro ci trovi quell’oggetto o quell’appunto che ti eri presa in un momento di grazia e che ti ricorda in un attimo che c’è quella cosa che ti piace fare, di cui ti piace parlare, di cui ti piace sognare e che potrebbe diventare il tuo biglietto da visita.
Forse una spiegazione c’è.. sabato sera ho visto “Il piccolo principe”, trasposizione cinematografica del noto romanzo di Antoine de Saint-Exupéry che ho letto tantissime volte, cogliendo sempre nuove sfumature e interpretazioni. E’ un libro che cresce con te e che puoi leggere da bambino e da adulto trovando sempre nuove chiavi di lettura.
Questo piccolo gioiellino parla dell’animo umano visto con gli occhi senza malizia di un bambino, ma parla anche del viaggio di un’anima semplice, disposta a vedere e comunicare con tutti gli strani personaggi e gli strani pianeti e asteroidi che incontra per strada, mentre viaggia approfittando di una migrazione di uccelli selvatici. Le distanze si accorciano, i limiti fisici non esistono, i pianeti sono piccoli, poco più grandi della persona che vi abita e le caricature dei personaggi così efficaci che è possibile riconoscervi alcune persone che in qualche momento ci hanno attraversato la vita.
Ma al piccolo principe il viaggio insegna anche l’importanza della sua rosa. Tutti abbiamo bisogno di un posto in cui tornare, un posto che racchiude gli affetti e i ricordi e abbiamo bisogno di prenderci cura di qualcosa, altrimenti saremmo solo foglie trasportate dal vento, sbattute qua e là senza un senso.
Una delle cose che amo di più dei viaggi è sentire la mancanza di casa. Delle persone care, del mio letto, della mia doccia (dell’acqua corrente qualche volta!), anche della mia routine. Ti porta a rivalutare tutte le cose che dai per scontato nella vita e ad amare le piccole sicurezze che sono la quotidianità. Il piccolo principe abbandona il suo asteroide perché non ne può più delle richieste della sua scontrosa rosa, ma solo lasciandola capisce quanto sia importante e quanto è disposto a fare per rivederla. Non c’è avventura più importante per lui che rivedere la sua rosa. Anche in posto dove scopre mille altre rose apparentemente come la sua capisce che ciò che la rende speciale sono le cure che le ha dedicato, il modo in cui lei lo ha addomesticato.
Ho scelto di essere come il piccolo principe. Voglio superare i preconcetti e i disagi del viaggio per godere appieno delle avventure, dei sapori e delle abitudini dei popoli che incontro. Voglio conoscere me stessa negli occhi di chi non mi conosce, superando i pregiudizi che ho sulle mie capacità e sull’impatto che ho sulle persone. Voglio riconoscere i veri affetti e non vedere l’ora di ritrovare quei sorrisi.
Voglio vedere la pecora dentro la scatola (quella con cui l’aviatore accontenta il piccolo principe) e l’elefante dentro al boa (altro che Paradosso del gatto di Schrödinger, voglio vivere nell’universo in cui la pecora è sicuramente ancora viva dentro alla scatola.. e qui viene fuori l’ingegnere che è in me!!). Voglio essere onda e particella (di nuovo quel diavolo di ingegnere!!) sapere dove mi trovo ma non a che velocità sto andando.. o viceversa!
Nella vita si impara in due modi:
con il dolore
con l’amore
voglio imparare tutto quello che l’amore ha da insegnarmi e se in mezzo ci sarà qualche dolore imparerò ancora di più.. è più facile cadere e farsi male quando si corre.. ma cosa c’è di meglio della sensazione del vento sulla faccia?
Il viaggio perfetto è circolare. La gioia della partenza, la gioia del ritorno.
(Dino Basili)Nessuno comprende quanto sia stupendo viaggiare finché ritorna a casa ed appoggia la testa sul suo solito, vecchio e familiare cuscino.
(Lin Yutang)