Il ritorno del piccione viaggiatore.
Perché il mio blog porta questo nome? L’assonanza con il piccione viaggiatore dovrebbe essere evidente!
Si parla di nuovo dell’importanza del ritorno a casa, del viaggio inteso come arricchimento, ma della necessità di un nido a cui ritornare.
Dice un famoso cantautore italiano in una hidden track che ho sempre amato:
“Da lui ho imparato a vivere la realtà come un sogno
e i sogni come fossero una cosa reale,
a vivere ogni viaggio come fosse un ritorno”
“Buon Sangue – Jovanotti”
E perché proprio il piccione?
Il piccione è un animale assolutamente comune a cui è stato assegnato un compito veramente importante e difficile, quindi non serve essere straordinari per fare la differenza o per vivere come si è sempre sognato.. Quando leggiamo racconti di grandi viaggi o parliamo con persone che hanno compiuto percorsi veramente incredibili pensiamo sempre che ci sono riusciti perché non sono come noi, perché non hanno i nostri vincoli o le nostre difficoltà fisiche. In realtà l’unica differenza tra loro e noi spesso è solo il coraggio di fare il primo passo, di superare la paura e cercare di superare i propri limiti.
I piccioni viaggiatori sono stati utilizzati a migliaia durante la guerra per trasmettere messaggi importanti e segretissimi in quanto sono stati per molto tempo il più veloce mezzo di comunicazione disponibile.
La loro caratteristica principale è l’eccellente abilità nel trovare la via del ritorno al nido. La comunicazione via piccione infatti funziona solo in un senso: si trasporta il piccione in un luogo e quando viene liberato ritorna alla propria colombaia d’origine.
Non è possibile istruire un piccione per indicargli una destinazione diversa dalla propria colombaia.
Si orientano usando una bussola interna che usa il campo magnetico terrestre e la posizione del sole, l’olfatto e la capacità di individuare e riconoscere le caratteristiche del paesaggio. Trovo estremamente affascinante questa loro capacità e d’ora in poi li guarderò con nuovo rispetto!
Quanto è importante il ritorno a casa e quanto è importante in questo ritorno portare con se un messaggio.
Lasciandolo dire a chi sa scrivere molto meglio di me:
Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
(Kostantin Kavafis, estratto di “Itaca” per il testo completo vedi di Itaca)